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Lo scandalo Oil for Food

L’Onu decise di soccorrere l'Iraq, sotto embargo da 4 anni: nel 1995 partì il programma Oil for Food (benzina e paraffina in cambio di cibo e medicinali). L'Iraq poteva rivendere petrolio a determinati Paesi e multinazionali.

Quali Paesi e aziende dovessero distribuire prodotti all'Iraq erano decisi da USA, ma anche da Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina.
Centinaia di camion portarono olio e ortaggi; in cambio ricevettero 5 mila galloni di benzina o paraffina.

Ma Washington consentiva a Saddam di contrabbandare molto più petrolio del consentito alla Turchia in quanto Paese amico dell'America.
L'Onu per colpa di membri del Consiglio di Sicurezza che favorivano loro interessi o loro aziende, permise a Saddam Hussein di imporre le tangenti ai suoi clienti: il 10 per cento del valore di ogni contratto.

– In particolare furono Washington e Londra a fare i loro giochetti. [...] Le bustarelle sono uno stile di vita.– È Dennis Halliday (ex capo missione di Oil for Food) a sostenerlo nella puntata del 10 settembre 2004 di Report, su Rai Tre.
Dal ‘96 al 2003 con Oil for Food, l'Iraq vendette petrolio per 64 miliardi di dollari ottenendo prodotti per la sussistenza per un ammontare di 27 miliardi di dollari. Gli altri 37 chi li intascò?

Gli USA bloccarono centinaia di contratti riguardanti cibo e farmaci (seppure stabiliti in accordo con l'Onu), auto investitisi di un’opinabile autorità: nonostante in difetto di 37 miliardi.

Fonte: Report


 

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