Ancestralia Ancestralia

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Giallo e mistero

Alla scoperta di un inedito documento che ne certificherebbe l'esistenza.

Gli Aztechi? Erano assillati dall’esorcizzare cataclismi con atti di purificazione...

Le piramidi e la fonte di ispirazione per la loro costruzione.

L'Egitto è noto soprattutto per le ramidi, le Sovrane del tempo...

ROBOT DAL PASSATO

In Svizzera una famiglia di robot del '700

In Svizzera, nel museo di Neuchatel per la precisione, è possibile ammirare una vera famiglia di robot perfettamente funzionanti realizzati alla fine del XVII secolo! Le macchine conservate nel museo vestono ancora i loro abiti settecenteschi e rappresentano una fanciulla con due ragazzi. Uno dei ragazzi realizza disegni con una matita, piega la testa per ammirare il proprio lavoro e soffia sul foglio, mentre l'altro scrive lettere. In quanto alla fanciulla è possibile contemplarla mentre suona l'armonium! Il prodigio meccanico fu realizzato da un teologo orologiaio, Pietro Yaquet Droz, che nel lontano 1769 li presentò alla corte di Luigi XVI. A detta di qualcuno molte delle dame che li videro rimasero talmente sorprese da svenire.

IL RIBUTTANTE UOMO DELLE NEVI

Testimonianze sulla presunta esistenza dell'abominevole creatura

Howard-Bury, leader di una spedizione sull’Everest nel 1921, tra i 6.000 ed i 6.500 metri, raccontò di aver visto con i propri occhi l’orma di un piede apparentemente umano di cui (i portatori) asserirono appartenere all’uomo selvaggio delle nevi, che veniva chiamato Metch Kangmi o Yeti. Se la parola Yeti suona abbastanza familiare anche a noi occidentali, occorre precisare che il doppio appellativo, Metch Kangmi, oggi lo utilizziamo tradotto (male) poiché sta a significare Ributtante Uomo delle Nevi!

L’eco della possibile esistenza di quello che da noi è, invece, conosciuto col nome di Abominevole Uomo delle Nevi, risale al 1932 (in europa), quando B. H. Hodgson riferì che dei montanari erano stati attaccati da un uomo selvaggio proveniente dalle montagne. Il primo avvistamento di questo tipo d’uomo, da parte di un Europeo, risale al 1925; si tratta di N. Tombazi, un fotografo giunto a quota 4.500 metri, nella regione del ghiacciaio Zemu. Rivelò di aver avvistato il profilo di un essere umano: camminava in posizione eretta e di tanto in tanto si chinava su cespugli di rododendro, eppure (guarda caso) il fotografo non riuscì a scattare una sola foto della creatura che, rapidamente, si dileguò.

Presso i popoli dell’area caucasica, tuttavia, sembra che tutti diano per scontata l’esistenza di creature dallo straordinario aspetto e che popolino le montagne: nove di essi sarebbero, secondo lo scienziato Michail Trachtenbers, stati incarcerati circa ottanta anni fa. Nel 1944, inoltre, nel distretto caucasico dell’Abkazia, fu ritrovato uno scheletro appartenente ad un essere dall’aspetto scimmiesco catturato, secondo le tradizioni locali, e lasciato libero di aggirarsi tra gli indigeni.

L’ipotesi che siano esistiti od esistano ancora degli uomini che, allo stato selvaggio, si aggirino tra i monti himalaiani o del Caucaso, pertanto, non sarebbe da escludere a priori, se poi intorno a questi sono state create leggende tramandate oralmente tra le genti che li videro e che contribuirono ad accrescerne il fascino con fantasiosi particolari arricchenti...

IL MISTERO DI SIRIO

Gli stregoni ne sanno una più... degli astronomi!

In Mali esistono delle tribù totalmente isolate dal resto del mondo civile, quelle del Dogon per la precisione, che nutrono devozione per una piramide a scalini alla cui sommità è posta una piazza dalla forma quadrata. Secondo una loro leggenda nella piazza atterrarono gli più volte gli angeli, messaggeri degli dei, che durante numerose visite ebbero il merito di istruire gli antenati delle popolazioni autoctone a coltivare le terre.

Gli stregoni tramandano di generazione in generazione la leggenda e raccontano che gli angeli abitano e provengono dal Fratello Oscuro di Sirio. Sembrerebbe non esservi nulla di interessante nella faccenda, ma concretamente Sirio ha una stella gemella che le gravita intorno e gli astronomi sono riusciti a scoprirla molti secoli dopo con l'aiuto di potentissimi telescopi poiché sarebbe impossibile scorgerla ad occhio nudo. La leggenda delle tribù del Dogon, dunque, rappresenta semplicemente un lontano e leggendario mistero, semplicemente un mito?

 
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