Ancestralia Ancestralia





Giallo e mistero

Gli stregoni ne sanno una più... degli astronomi!

In Mali esistono delle tribù totalmente isolate dal resto del mondo civile, quelle del Dogon per la precisione...

L'unica vera esistente al mondo.

Ricordate la storia di Excalibur, di re Artù, dei cavalieri della Tavola Rotonda? Si tratta di pura leggenda oppure...

SCIENTIFICAMENTE VAMPIRI

Una spiegazione scientifica al fenomeno del vampirismo

Il fascino del vampirismo ha spesso mietuto vittime illustri, qualcuno ha addirittura tentato di spiegarlo usando una chiave di lettura scientifica.
Il canadese David Dolphin nel 1985, al convegno annuale dell'Associazione Americana per il Progresso della Scienza, identificava i vampiri con persone affette da una malattia genetica, la porfirìa. La malattia impedisce di sintetizzare correttamente l’eme, il pigmento rosso del sangue, fino a provocare un’ipersensibilità alla luce, finanche lesioni della cute. Labbra e gengive si ritirano e le dentature emergono sporgenti. Il malato affetto da porfirìa, al contrario di oggi, in passato non poteva contare su terapie adeguate, era costretto ad assumere sangue in abbondanza affinché consentisse a parte dell'eme di entrare in circolo!
Una curiosità? Alcuni farmaci sono capaci di annientare alcuni enzimi del fegato contenenti eme e, nella loro composizione, c'è una essenza presente nell'aglio.

CACCIA ALLE STREGHE

L'Inquisizione in una storia da dimenticare

Dal 1300 al ‘700 l’Inquisizione mandò decine di migliaia di persone sul rogo con l’accusa di praticare stregoneria.
La strega era considerata tale perché rappresentava un concorrente per la scienza ufficiale ed il clero poiché curava con medicamenti sconosciuti ai dottori, infrangeva dei tabù.

Punto fondamentale del mito delle streghe era il Sabba, affollato incontro notturno delle streghe col Demonio, un’orgia di riti e promiscui amplessi; vi si recavano volando a cavallo della loro scopa o in groppa a spaventosi animali.
Nel 1587, nel paese di Triora, oggi in provincia di Imperia, si svolse uno dei più cruenti episodi della caccia alle streghe.

Una carestia aveva messo il centro in ginocchio: raccolto scarso, molti animali morti di sete e per mancanza di cibo.
La gente, condizionata da opinabili credenze, concentrò l’attenzione su un casolare poco fuori dal paese, la Cabotina. Ivi alcune donne, all’epoca considerate eccessivamente emancipate, ma fino ad allora tollerate, si riunivano per celebrare dei riti che le avevano rese celebri in tutto il circondario per le loro cognizioni. Erano in grado di far tornare la persona amata, guarivano con le erbe, facevano venire alla luce i neonati, davano o toglievano il malocchio… Ma quelle donne, fino a poco prima temute e invocate, diventarono un malevolo nemico di cui disfarsi in fretta in quanto cagione della carestia.

Detto fatto. Giunse l’Inquisizione e tal Girolamo Dal Pozzo nel 1588, dopo qualche indagine, implicò in un’inchiesta oltre 200 persone, soprattutto donne: 9 perirono sotto tortura, molte furono storpiate a vita, mentre 5 sospette erano vennero a mancare nel carcere di Genova. Ben presto furono processate 33 presunte streghe, ma i metodi di Dal Pozzo fecero sì che il Consiglio degli Anziani chiedesse al Senato di Genova di intervenire al fine di interrompere l’orrendo spargimento di sangue.
A Genova furono comprensivi e l’inquisitore fu sostituito da Giulio Scrivani, un Commissario Speciale, ma le cose peggiorarono ulteriormente.

Sotto tortura atre donne confessarono di essersi recate sul luogo del Sabba volando ed alcune lo fecero con convinzione. In realtà gli unguenti con cui le donne (come probabilmente quelle della Cabotina) si cospargevano il corpo, erano a base di erbe e droghe che determinavano percezioni illusorie come voli notturni e rapporti col Demonio. Molte, condotte a Genova, stavolta trovarono la morte sul rogo.
Difficile quantificare numericamente le persone travolte dall’infernale meccanismo dell’Inquisizione in Europa e nel mondo. Fortuna vuole che oggi nessuno perseguiti più astrologhe od erboriste...

E IL CONTE DRACULA?

Un personaggio realmente esistito

Bram Stoker, l’ideatore del Conte Dracula, narrò di aver avuto l’idea del romanzo fantascientifico con le abiezioni del vampiro in seguito all’incubo dovuto ad un lauto pasto a base di crostacei.

La verità è che Stoker si era ben documentato prima di scrivere la storia del vampiro più famoso del mondo e si era ispirato, in realtà, al principe Vlad Tepes III Dracula, un personaggio della Transilvania realmente esistito.

Nato nel 1431, Dracula, principe di Valacchia, venne offerto, insieme a suo fratello, quale ostaggio nelle mani del sultano turco ed a farlo fu lo stesso padre, Vlad Drakul II, quale prova della sua fedeltà. La Valacchia in quei tempi, infatti, confinava con l’Impero Ottomano, i cui soldati spesso invadevano i territori circostanti. Suo padre, sul trono, con ininterrotti rovesciamenti di fronte, accordi e inganni, alternava il sostegno ai cristiani del Sacro Romano Impero al soccorso per il Sultano.

L’appellativo Drakul indicava l’appartenenza all’Ordine Cavalleresco del Drago, voluto dal re d’Ungheria per fronteggiare l’eterodossia. Ma Vlad II Drakul era un sovrano ambizioso e feroce nei confronti del nemico, non aveva esitato ad usare i suoi stessi figli come strumento politico: noncurante della loro sorte, il giuramento fatto all’Ordine del Drago lo porterà ad allearsi con l’esercito ungherese in una crociata proprio contro gli Ottomani!

La ferocia degli Ottomani era inaudita e Vlad III Tepes Dracula visse nel lusso, ma anche fra inaudite violenze. Emblematica è la storia del suo primo amore, una concubina del sultano squartata viva dinanzi ai suoi occhi. Imparò, in quel periodo, dai turchi, vari metodi di tortura come l’impalamento, consistente nell’infilzare persone su pali appuntiti che attraversavano il corpo senza ledere gli organi vitali ma provocando dolori atroci. Il supplizio diverrà per lui una ossessione tanto da fargli meritare il soprannome di Tepes, impalatore.

A 17 anni, morto il padre, Dracula venne liberato mentre il fratello fu lasciato nell’harem maschile del Sultano.
Iniziò allora la sua battaglia per la riconquista della persa Valacchia che tornò a controllare otto anni dopo, uccidendo il suo predecessore. Residente in quello che è ancora conosciuto come il suo castello, Dracula era un principe spietato, assetato di sangue e forse per questo motivo il suo nome è poi divenuto sinonimo di Vampiro. I nemici furono infilzati con foreste di pali aguzzi, spesso dopo aver programmato enormi banchetti in loro onore. Terminato il pasto, Dracula osservava lo spettacolo dell’impalamento.

Il popolo era terrorizzato; in una delle sue occupazioni in Transilvania violò la sacralità di una chiesa ed impalò più di 20.000 persone. Una volta, dopo il rifiuto di alcuni emissari turchi di togliersi il copricapo in sua presenza, ordinò che fosse inchiodato sulle loro teste, prima di rinviarli dal Sultano.

La cosa più inquietante consiste nel fatto che Dracula divenne un eroe nazionale poiché riuscì a liberare la Romania dai turchi pur venendo decapitato ed ucciso dal nemico.
Deve essere stato sepolto, acefalo, in un monastero sull’isola del lago Snagov: nel 1931, 500 anni dopo la sua nascita, quando la tomba fu riaperta, anziché il suo cadavere, pare sia stato rinvenuto lo scheletro di un cavallo.
La decapitazione e l’incertezza sulla fine del suo corpo hanno alimentato la leggenda del vampiro che ancora oggi suggestiona lettori e scrittori.

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